La fiducia degli italiani nel governo Letta

Il governo di unità nazionale o di ampia coalizione che dir si voglia vive ogni giorno nuove tensioni all’interno del Parlamento e anche all’interno della sua stessa squadra. In effetti si poteva facilmente intuire che le frizioni o sarebbero state all’ordine del giorno per una serie di ragioni differenti ed eterogenee: in primo luogo per la difficoltà oggettiva dei problemi che il governo Letta si ritrova nella propria agenda, e in secondo luogo per la composizione trasversale e molto ampia della sua stessa squadra. Perché è normale che mettendo insieme Partito Democratico e Popolo della Libertà la tensione è sempre dietro l’angolo.

Ipotesi fiducia M5S al governo PD

 In questi giorni si continua a discutere intorno alla possibile formazione di un governo di minoranza, al quale dovrebbero partecipare M5S e centrosinistra. Bersani che sarà incaricato a fare la prima mossa ha dettato delle linee guida racchiuse in 8 punti che dovrebbero avvicinare la politica del suo partito agli obiettivi del M5S, primo fra tutti la riduzione del numero dei parlamentari e delle spese assurde della casta.

(leggi anche … IL PD APRE AL MOVIMENTO CINQUE STELLE, NESSUN INCIUCIO CON PDL)

Il Quirinale chiede che si vada al voto anticipato

Ciò che di clamoroso è accaduto ieri non è tanto la decisione, presa in totale autonomia e in totale disaccordo con il proprio ministro delle Finanza, di porre la fiducia sulla questione dell’approvazione del Rendiconto Generale dell’Amministrazione dello Stato, sul quale il governo è stato battuto.

Ciò che di clamoroso è accaduto ieri, ovviamente, non può considerarsi il fatto che il governo, disunito, sia stato battuto e nemmeno che sia stato battuto nell’approvazione di un documento certamente importante ma non fondamentale e considerato alla stregua di una pura formalità, di un atto dovuto.

CORTE DEI CONTI BOCCIA RIFORMA FISCALE

Crolla il consenso al governo

Se sia colpa della tortuosa vicenda della manovra finanziaria, del ripetuto e continuo rosso in cui sfocia giornalmente Piazza Affari, dell’incapacità, generale, della politica di dare risposte concrete ai problemi del paese, di un diffuso sentimento di noia e di malessere, di un indistinto desiderio di cambiamento non è dato saperlo.

Fiducia si va alla conta alla Camera

E’ arrivato il giorno decisivo per il governo, con il voto di fiducia che si sta svolgendo in questo momento a Palazzo Madama, dove il risultato è praticamente già scontato.

In seguito alle dichiarazioni di voto, i senatori sfilano sotto i banchi della presidenza per pronunciare il loro sì o no all’esecutivo Berlusconi.

Riforma università rinviata dopo la fiducia

Non ci sarà nessuna riforma dell’università prima del tanto atteso voto della fiducia al governo in Parlamento, previsto per il prossimo 14 dicembre.

Il ddl sarà discusso nell’Aula di Palazzo Madama solamente in seguito al voto di fiducia al governo Berlusconi, come deciso ieri dalla conferenza dei capo gruppo, con la ferma opposizione delle minoranze, che non hanno assolutamente voluto approvare il provvedimento prima della fiducia.

Camera chiusa una settimana prima della fiducia

Montecitorio rimarrà chiuso per una settimana, dal 6 dicembre fino al 13 dicembre, quando riaprirà per discutere della fiducia al governo, con il voto in Parlamento fissato per il 14 dicembre.

Dunque la Camera rimarrà chiusa per una settimana, come deciso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio su richiesta del Pdl, con approvazione anche da parte di Fli, mentre hanno votato contro Pd e Udc, che lamentano che in questo modo slitta tutto ciò che era in calendario in questo periodo, come per esempio la mozione di sfiducia al ministro Sandro Bondi.

Berlusconi fiducia o voto alla Camera

Silvio Berlusconi, il giorno dopo la lettera a Schifani e Fini nella quale comunica l’intenzione di andare al voto di fiducia dopo l’approvazione della Finanziaria, o legge di Stabilità come si chiama ufficialmente, ha parlato del futuro del governo, intervenendo telefonicamente alla convention milanese del Pdl.

Berlusconi ritiene sicuro il fatto che il governo avrà la fiducia dal Senato ed anche dalla Camera, ma se ciò non dovesse succedere si tornerà a votare per rinnovare la Camera dei deputati.

Governo chiede fiducia sul ddl legittimo impedimento

Proprio ieri vi avevamo detto che il ddl sul legittimo impedimento approdava al Senato e le ultime ore sono state abbastanza infuocate riguardo a questo scottante tema.

Dopo la manovra ostruzionistica dell’opposizione, con la presentazione di ben 1.585 emendamenti con l’obiettivo di rallentarne l’iter parlamentare, il governo ha deciso di porre la fiducia sul disegno di legge sul “legittimo impedimento“.

La decisione è stata presa nel pomeriggio di ieri ed è nata dopo la politica di ostruzione dell’opposizione.
L’esecutivo è ricorso alla fiducia e Renato Schifani, presidente del Senato, che ha fissato per oggi pomeriggio le votazioni: sul primo articolo del disegno di legge alle 17, sul secondo alle 18, e su quello finale alle 19.

Decreto enti locali fiducia al governo

Il governo ha incassato la fiducia (la 29esima in meno di 2 anni) all’Aula di Montecitorio, con 305 voti a favore e 245 contro, sul decreto enti locali. Ora il voto sull’intero emendamento è atteso per il 9 marzo e dopo questo la parola passerà al Senato per il via libero finale.

All’opposizione non è piaciuta la scelta di porre la fiducia sul decreto, così come al presidente Anci e sindaco di Torino, Sergio Chiamparino.