Chi sono i manifestanti romani

Le scene di vera e propria guerriglia urbana alla quale abbiamo potuto assistere sabato 15 ottobre 2011 nel centro di Roma, precisamente in piazza San Giovanni, sono di quelle che, difficilmente, potremo toglierci dagli occhi e dalle menti.

Una protesta, pacifica, organizzata nel giorno del rinnovo della fiducia al governo che, come abbiamo già avuto modo di analizzare, secondo molti analisti non avrebbe più i numeri per guidare il Paese con forza e tranquillità, si sarebbe infatti trasformata, per motivi ancora ignoti, in una serie di scontri, assolutamente violenti ed incontrollabili, che avrebbero coinvolto i manifestanti, un gruppo di non meglio precisati infiltrati, da alcuni definiti Black Bloc, da altri fascisti, da altri ancora appartenenti a centri sociali e affini, e le forze dell’ordine.

IL QUIRINALE CHIEDE CHE SI VADA AL VOTO ANTICIPATO

Berlusconi allargamento ai deputati delusi

Dopo aver ottenuto la fiducia Silvio Berlusconi può anche esprimere giudizi che potevano sembrare più che azzardati fino all’altro ieri.

Durante la prima intervista della giornata, nel corso della Telefonata con Maurizio Belpietro, il premier ha detto che il terzo polo non ha più grandi prospettive dopo il voto di ieri, ed ha ribadito che si è trattato di una vittoria politica, non solamente numerica come invece vogliono descriverla i finiani (“con soli tre deputati di vantaggio non si va da nessuna parte”).

Fiducia si va alla conta alla Camera

E’ arrivato il giorno decisivo per il governo, con il voto di fiducia che si sta svolgendo in questo momento a Palazzo Madama, dove il risultato è praticamente già scontato.

In seguito alle dichiarazioni di voto, i senatori sfilano sotto i banchi della presidenza per pronunciare il loro sì o no all’esecutivo Berlusconi.

Riforma università rinviata dopo la fiducia

Non ci sarà nessuna riforma dell’università prima del tanto atteso voto della fiducia al governo in Parlamento, previsto per il prossimo 14 dicembre.

Il ddl sarà discusso nell’Aula di Palazzo Madama solamente in seguito al voto di fiducia al governo Berlusconi, come deciso ieri dalla conferenza dei capo gruppo, con la ferma opposizione delle minoranze, che non hanno assolutamente voluto approvare il provvedimento prima della fiducia.

Camera chiusa una settimana prima della fiducia

Montecitorio rimarrà chiuso per una settimana, dal 6 dicembre fino al 13 dicembre, quando riaprirà per discutere della fiducia al governo, con il voto in Parlamento fissato per il 14 dicembre.

Dunque la Camera rimarrà chiusa per una settimana, come deciso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio su richiesta del Pdl, con approvazione anche da parte di Fli, mentre hanno votato contro Pd e Udc, che lamentano che in questo modo slitta tutto ciò che era in calendario in questo periodo, come per esempio la mozione di sfiducia al ministro Sandro Bondi.

Fini prevede sfiducia per Berlusconi

L’opinione che l’amministrazione Usa si è fatta di Berlusconi, come emerso dai documenti pubblicati da WikiLeaks, non ha certo colto di sorpresa Gianfranco Fini, che da tempo non nasconde nemmeno in pubblico l’opinione che gli altri paesi si sono fatti dell’Italia.

Il leader di Futuro e Libertà ieri, in seguito alla pubblicazione di WikiLeaks dei documenti relativi allo stile di vita non proprio da premier di Berlusconi, ha detto che la situazione attuale può solo peggiorare.

Maggioranza ko alla Camera per la seconda volta

La maggioranza è andata sotto alla Camera per la seconda volta nel giro di due settimane nella giornata di ieri, proprio mentre da Futuro e Libertà arrivava la decisione di non votare la fiducia al governo Berlusconi.

Tuttavia il premier non si mostra troppo preoccupato e tramite una nota ha fatto sapere che il governo continua a lavorare con ottimi risultati sia in politica interna che in politica estera.

Fli niente fiducia al governo

Il capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera, Italo Bocchino, è intervenuto a La7, parlando della situazione politica del paese.

Secondo quanto dichiarato da Bocchino non esistono le condizioni per cui Fli possa votare la fiducia al governo Berlusconi, per come sono messe le cose in questo momento.