Magistrati pronti alla rivolta contro il governo

Come detto dal pm di Milano Armando Spataro, se saranno annunciate riforme epocali, serviranno risposte altrettanto epocali, in merito ovviamente alla riforma della giustizia che sta cercando di portare avanti il governo.

Sembra essere concreto il pericolo infatti di una norma transitoria che farebbe entrare in vigore subito parti definite devastanti dai giudici stessi, come per esempio il ridimensionamento del Csm, l’autonomia della polizia giudiziaria ed il nuovo potere della difesa nei processi.

Berlusconi propone indagine sui giudici

Dopo aver incassato la fiducia del Parlamento il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è tornato a puntare il dito contro i magistrati, arrivando a proporre la creazione di una commissione parlamentare che indaghi sulle toghe in forza della presenza, a suo avviso, di una vera e propria associazione a delinquere all’interno della magistratura e che ha tra i suoi obiettivi quello di sovvertire il risultato delle elezioni.

Secondo il premier, dunque, all’interno della magistratura c’è un gruppo di giudici che stanno facendo di tutto pur di riuscire ad eliminare lui, ossia la persona eletta dagli elettori, dimostrando così non solo di essere scorretti ma anche di non avere alcun rispetto della volontà del popolo.

Prescrizioni e decadenza

Sebbene siano spesso confusi, i concetti di prescrizione e decadenza hanno un significato ben differente, come differenti sono le caratteristiche dei due istituti. In entrambi i casi, comunque, è stabilita una data quale termine ultimo entro cui esercitare una certa azione.

Il termine di prescrizione è la data entro cui il cittadino può esercitare un suo diritto. Come regola generale tutti i diritti sono soggetti ad un termine di prescrizione pari a dieci anni, ma per i diritti reali su cosa altrui (usufrutto, servitù prediali…) la soglia diviene di vent’anni e in molte altre ipotesi è stabilito un termine inferiore.

Stalking: solo il 17% dei molestati denuncia

Fonomeno sempre in crescita quello dello stalking, il complesso fenomeno psichico che porta lo “Stalker” a molestare con crudele insistenza la vittima.
Molestie che possono anche essere solo telefonate insistenti a qualsiasi ora del giorno o semplici sms le cui vittime possono essere donne e uomini indistintamente.

Dal 23 febbraio, come abbiamo già avuto modo di parlare, il disegno legge del 18 giugno 2008 è stato convertito in decreto legge.

Gli stalker rischiano cosi pene molto severe, si parla infatti di 4/6 mesi di reclusione.

Intercettazioni, via libera dalla commissione giustizia

E’ un disegno di legge duro quello che ha appena avuto il benestare dalla commissione giustizia della camera sulle intercettazioni telefoniche.

Il quadro del ddl lo avevamo già descritto e discusso in alcuni articoli precedenti, ma ieri si sono resi noto anche due emendamenti che potrebbero portare al carcere fino a 3 anni i giornalisti e gli editori che pubblicheranno informazioni vietate. Il giornalista e l’editore che pubblica intercettazioni destinate al macero rischia fino a 3 anni di reclusione e l’editore che pubblicherà sul proprio giornale argomenti legati alle intercettazioni rischierà una multa molto salata meglio definita come 370 mila euro mentre il giornalista che firmerà l’articolo rischia fino a 30 giorni di carcere e una multa fino a 5000 euro.

I commenti al DdL Alfano

Sono soddisfatte le voci di commento levatesi dal centrodestra al momento della presentazione del progetto di riforma dei procedimenti penali messo a punto dal ministro della Giustizia Angelino Alfano.

È lo stesso firmatario del disegno di legge a giudicare il testo adatto a “garantire rapidità ed efficienza” ai processi e a permettere la “perfetta parità fra accusa e difesa”.

Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi pone l’accento sull’unanimità dei ministri al momento di varare il DdL e rileva, tuttavia, un punto mancante della riforma “che ci sta molto a cuore”: si tratta del divieto di portare al secondo e terzo grado di giudizio l’imputato assolto in primo grado, “magari solo per puntiglio” dell’avvocato dell’accusa o “per perseverare nella giustezza della loro accusa perché pagati e in carriera per questo”.

Verso la riforma del processo penale (III)

Il nugolo delle novità contenute nel Ddl Alfano non termina qui. Spulciando fra un articolo e l’altro, si scopre che l’imputato avrà diritto di chiedere la revisione della sentenza, anche se passata in giudicato, quando sul proprio caso dovesse ottenere la condanna dell’Italia dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Ma anche lo stesso giudicato perde buona parte della sua valenza: una sentenza irrevocabile, infatti, costituirà prova utilizzabile in un altro dibattimento solamente in materie gravissime, come mafia e terrorismo.
A proposito di reati gravi: anche nell’ipotesi di rito abbreviato, la competenza sarà della corte d’assise e non più del singolo Gip.

Verso la riforma del processo penale (I)

Se la drammatica vicenda di Eluana Englaro, con i suoi connessi politici, non avesse occupato le prime pagine dei giornali di questi giorni e le attenzioni dell’opinione pubblica, non c’è dubbio che il dibattito fra i partiti sarebbe concentrato sul progetto di riforma del processo penale, che contiene numerosissime novità e non tutte destinate a raccogliere il consenso delle opposizioni.

In realtà, si tratta solo del primo tassello: venerdì scorso il Consiglio dei Ministri ha varato un disegno di legge, contenente i punti principali della riforma, che ora il Parlamento dovrà verificare, eventuale correggere e infine approvare.

Intercettazioni solo per pene superiori ai 5 anni

A detta del guardasigilli Angelino Alfano sono in arrivo importanti novità dal fronte giustizia e intercettazioni. Il ministro della giustizia ha reso noto di aver trovano un’intesa col resto della maggioranza per garantire il rispetto della privacy dal punto di vista delle intercettazioni.

I reati che entrano quindi nell’insieme delle intercettazioni sono quelli che hanno delle pene superiori ai 5 anni, nessuna novità invece per i reati di mafia e di terrorismo. Gli ascolti telefonici, da parte delle forze dell’ordine, potranno avere una durata massima di un mese e mezzo con una proroga per altri 15 giorni.

Organici carenti, è piena emergenza nelle procure

Si leva dai tribunali di ogni angolo d’Italia il grido di dolore rivolto al ministro Angelino Alfano. La crescita senza freni delle croniche carenze di organico nei palazzi di giustizia stanno portando i tribunali italiani ad una crisi senza precedenti.

Si calcola che i magistrati requirenti dovrebbero essere duemila, ma sono duecentosette i posti vacanti; in ambito giudicante, le carenze di organico ammontano a 386 unità, ma a breve almeno queste dovrebbero essere in gran parte colmate da magistrati nuovi di zecca e freschi di concorso.