Giungono aggiornamenti importanti direttamente dalla Turchia in questi giorni, considerando il fatto che a detta di diversi media locali Erdogan sarebbe propenso a proporre a Putin la pace sulla guerra in Ucraina. Una voce non irrilevante per il presidente russo, a prescindere da quale sarà l’esito dell’incontro, alla luce degli storici rapporti tra questi due importanti personaggi politici nel panorama mondiale.
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Le conseguenze del crollo della diga Nova Kakhovka in Ucraina
Rischiano di essere disastrose le conseguenze relative al crollo della diga Nova Kakhovka. Al momento, Russia ed Ucraina si accusano a vicenda. Una grande diga e centrale idroelettrica nell’Ucraina meridionale occupata dai russi ha subito un crollo martedì, provocando evacuazioni di massa e timori per devastazioni su larga scala mentre l’Ucraina accusava le forze di Mosca di aver commesso un atto di “ecocidio”.
Sempre peggio il conflitto tra Russia ed Ucraina: gli aggiornamenti del 9 maggio
Non si arresta in alcun modo il conflitto tra Russia ed Ucraina. Già, perché gli ultimi aggiornamenti che arrivano in queste ore evidenziano come i bombardamenti siano ripresi con una certa intensità su entrambi i fronti, stando alle notizie raccolte oggi.
Niente pace in Ucraina per la Pasqua ortodossa
Non ci sarà pace o tregua in Ucraina, in occasione della Pasqua ortodossa, stando agli aggiornamenti venuti a galla oggi 11 aprile. La speranza che in tanti avevano in giro per il mondo, affinché ci si potesse fermare anche temporaneamente con un conflitto che ormai si trascina da oltre tredici mesi, allo stato attuale non sembra avere alcun fondamento, al punto che l’idea pare essere stata cestinata ancor prima di venire valutata in modo più attento.
Possibile svolta per la guerra in Ucraina, con Xi intenzionato a parlare con Zelenski
Arriva in queste ore la notizia di una potenziale svolta per la guerra tra Russia ed Ucraina. A quanto pare, infatti, il leader cinese Xi Jinping ha in programma di parlare con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per la prima volta dall’invasione russa dell’Ucraina, secondo quanto riportato lunedì dal Wall Street Journal.
Il giornale, citando persone che hanno familiarità con la questione, ha affermato che la chiamata probabilmente avrà luogo dopo la visita di Xi a Mosca la prossima settimana per incontrare il presidente russo Vladimir Putin.
Zelensky insiste e chiede altre armi al G7: le ultime sul conflitto con la Russia
L’Ucraina non molla, ma rilancia verso il G7. Lunedì il presidente Volodymyr Zelensky ha esortato le nazioni del G7 a fornire gas e armi extra per aiutare l’Ucraina a sopravvivere a un inverno brutale, che minaccia di portare ulteriori sofferenze a milioni di persone nel paese devastato dalla guerra. Con la neve sul terreno e la rete energetica ucraina colpita dagli attacchi russi, molti si trovano ad affrontare temperature gelide senza elettricità o riscaldamento.
Problema forniture gas verso l’Europa, al palo fino alla revoca delle sanzioni per la Russia
Resta serio, in questa fase, il problema delle forniture gas. Il Cremlino afferma che le sanzioni occidentali hanno causato la decisione di interrompere i flussi di gas. In sostanza, le forniture di gas russo all’Europa non riprenderanno fino a quando le sanzioni occidentali contro Mosca non saranno revocate, ha affermato il Cremlino. Dmitry Peskov, il portavoce del Cremlino, ha affermato lunedì che le sanzioni sono state l’unica ragione alla base della decisione della Russia di chiudere il gasdotto Nord Stream 1 (NS1). Mosca inizialmente ha detto che stava chiudendo il gasdotto, che fornisce gas all’Europa, per manutenzione.
Gli ultimi aggiornamenti sugli aiuti di Biden all’Ucraina contro la Russia
C’è fermento sul tipo di sostegno che Biden possa dare all’Ucraina contro la Russia. L’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia ha più di 100 giorni e, nonostante abbia fornito abbastanza aiuti militari statunitensi durante quel periodo per quasi raddoppiare il budget per la difesa di Kiev, l’amministrazione Biden rimane preoccupata di provocare la Russia in una guerra più ampia. Una posizione che ha frustrato molti a Washington e nell’Europa orientale.
Possibili segnali di stanchezza per Putin sul conflitto in Ucraina
La guerra in Ucraina non rappresenta un’occasione politica a lungo termine per Putin, almeno per quanto riguarda la percezione che i russi hanno del conflitto arrivati a quasi due mesi di bombardamenti. Andrey Kortunov, direttore generale del Consiglio per gli affari internazionali della Russia ed ex consigliere della commissione per le relazioni internazionali del parlamento russo, ha parlato al programma Today di Radio 4 su come il presidente Vladimir Putin potrebbe procedere con la guerra.
Più vicino il “compromesso” di Zelensky con la Russia sulla Crimea e sui territori separatisti
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskiy ha espresso la volontà di discutere le richieste della Russia a Kiev di riconoscere la Crimea annessa e i territori separatisti filo-Mosca in un’intervista con ABC News pubblicata martedì. “Penso che le voci riguardanti i territori temporaneamente occupati e le pseudo-repubbliche non riconosciute da nessuno tranne la Russia, possiamo discutere e trovare un compromesso su come vivranno questi territori”, ha detto Zelensky.
Gli ultimi aggiornamenti sul conflitto tra Russia e Ucraina: guerra più distante
Occorre tutta la prudenza del caso, come è logico che sia in circostanze del genere, ma ci sono nuovi elementi per valutare meno probabile il conflitto tra Russia e Ucraina. Questo mercoledì, infatti, la stessa Russia ha affermato che le esercitazioni militari nella Crimea annessa a Mosca sono terminate e che i soldati stanno tornando alle loro guarnigioni, il giorno dopo aver annunciato un primo ritiro delle truppe dai confini dell’Ucraina. Martedì alcune delle sue unità militari stavano tornando alle loro basi dopo esercitazioni vicino all’Ucraina e hanno deriso i ripetuti avvertimenti occidentali.
F-35 saranno le camere a scegliere
La Camera oggi ha approvato la mozione proposta dal governo riguardo la questione degli F-35. Il voto si è conclusco con 381 sì e 149 no. Invece è stata bocciata la mozione proposta in maniera congiunta da Sel e M5S. Il documento che è stato approvato dalla maggioranza impegna il governo a perseguire in sede europea politiche che vanno nella direzione della istituzione di una difese condivisa di tutti gli stati europei, una sorta di esercito unico dell’europa unita in un’ottica di condivisione delle spese militari. Inoltre, e non meno importante, è l’impegno che il governo ha preso nella discussione dell’acquisto o meno di ulteriori F-35, lasciando al Parlamento e quindi alla stessa maggioranza la scelta o meno di andare avanti con il programma militare.