Protestiamo perché nel nostro paese – l’Italia – non c’è meritocrazia? Protestiamo perché i giovani laureati sono costretti ad andare via e costruirsi un futuro altrove? Macché! Le proteste all’italiana riguardano qualcosa di lontano da noi, che non conosciamo e che probabilmente ci fa “paura”; immagino quindi quanto sia stato facile per il gruppo di attivisti scrivere qualche cartello, andare all’aeroporto di Roma e inscenare una protesta contro la presenza di Israele ad Expo 2015. Pensano davvero che scrivere Fields of Apartheid al posto di Fields of Tomorrow (quest’ultimo è lo slogan scelto da Israele per l’Expo milanese) sia stata una mossa intelligente? Manifestazioni come quella contribuiscono solo ad incrementare l’odio verso un paese che di male non ha fatto nulla anzi, è riuscito a risorgere e in pochissimi anni a dare a giovani e meno giovani (cosa che purtroppo noi non stiamo facendo) un futuro.
Nervi tesi all’Onu per ambasciata USA a Gerusalemme
Siamo alla vigilia di un voto non vincolante all’Onu, ma importante per scoprire i nervi sulla questione di Gerusalemme, tanto che l’ambasciatrice degli Stati Uniti Nikki Haley mostra i muscoli,