Scontri durante la giornata mondiale dello studente

Lo avevano annunciato e l’hanno fatto.
In una giornata che vede il concomitante sciopero dei trasporti proclamato dalle sigle sindacali Cub e Cobas, sono scesi in piazza, nelle principali città italiane, i collettivi studenteschi in occasione della “giornata mondiale dello studente”.

Bisignani e le intercettazioni telefoniche

Le ultime intercettazioni emerse di Luigi Bisignani (che è stato oggi a colloquio con i giudici di Napoli a cui ha raccontato la sua vita) viene fuori un quadro di un’Italia allo sbando, dove i politici non sanno più che pesci pigliare.
Nelle intercettazioni di Bisignani emerge una classe politica che non funziona più e arriva addirittura ad assumere toni grotteschi, al limite del ridicolo; un paese dove ormai sono i faccendieri a mandare avanti l’economia e acquisire potere.
In Italia gli unici interessi economici sono legati all’energia (basti soltanto vedere la speculazione riguardo al recente referendum sull’energia nucleare), al gas, al petrolio e alle commesse in Cipro, Quatar e Russia.

I precari della scuola in un reality e la Sinistra s’indigna

In questi giorni sui canali Mediaset sta andando in onda il promo di un nuovo reality che andrà in onda su Canale Cinque che vedrà protagonisti un gruppo di insegnanti precari a cui viene garantito che chi arriverà alla fine si aggiudicherà dieci anni di stipendio fisso.
Ovviamente lo spot ha destato molte polemiche sia da parte dei molti precari, che proprio sabato sono scesi in piazza a manifestare sia da parte dei sindacati che da parte di Francesca Puglisi, responsabile scuola del PD.
Tutta l’Opposizione si è schierata contro la messa in onda di un programma atto a spettacolarizzare il dramma dei precari che sono stati appena licenziati dal Ministro Gelmini che anzichè incentivare i fondi alla scuola, sta tagliando gli operatori del settore.

Taglio degli indirizzi scolastici

Il consiglio dei ministri ha approvato ieri il disegno di legge che porterà un drastico cambiamento al settore scolastico italiano. Si può affermare che questa legge sarà la vera e propria riforma della scuola e prevede tagli sostanziali agli indirizzi ora attivi nei vari corsi di studi.

Questa riforma, attiva solamente per le scuole superiori prevede una riduzione degli indirizzi dagli attuali 396 a solamente 6 macro indirizzi liceali dove ogni scuola avrà un margine (una percentuale) di ore da gestire in autonomia scegliendo se attivare una seconda lingua, se insegnare il latino o aumentare le ore per il settore scientifico-tecnologico come ad esempio lo studio della fisica o della matematica.

Brunetta e i ragazzotti in cerca di sensazioni

Da una parte c’è Brunetta e dall’altra i ragazzi, da una parte la riforma Gelmini e dall’altra alcuni studenti in rivolta. E’ una sintesi molto frettolosa, ma più o meno è quello che sta succedendo in queste ore intorno all’università.

La riforma dell’università è l’ultimo tema affrontato dai manifestanti che si dicono in rivolta perchè il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini ha attuato una serie di provvedimenti al fine di contenere le spese e risparmiare sui costi inutili o quasi.

Tetto del 30% per gli studenti stranieri

Mariastella Gelmini, ministro della pubblica istruzione, ha descritto alcuni passaggi riguardanti la riforma della scuola per la quale in passato ha subito diversi attacchi dall’opposizione. La Gelmini ha affermato che in Italia sono presenti troppi corsi di laurea per i quali non vale la pena tenerli attivi per via del numero limitato di iscritti.

Ci sono corsi di laurea specialistica, spiega il ministro, con solo un alunno iscritto e mantenere un corso del genere significa uno spreco immane di risorse pubbliche: soldi che potrebbero servire per aumentare la qualità degli altri corsi di laurea.

Passi avanti sulla riforma della scuola (prima parte)

Nell’ultimo Consiglio dei Ministri del 2008, il Governo ha varato alcuni provvedimenti destinati a passare all’esame del Parlamento e che segnano alcuni passaggi capitali nella rivoluzione del sistema scolastico targato Mariastella Gelmini.

Alcuni punti riguardano le classi inferiori, ma per esse non si registrano grandi novità rispetto ai punti già conosciuti. É confermato il superamento del modulo dei tre maestri ogni due classi per passare alla figura del maestro prevalente. Si introduce, inoltre, la possibilità di anticipare l’iscrizione del bambino alla scuola dell’infanzia all’età di due anni e mezzo. É confermato che la riforma del ciclo primario partirà dal prossimo settembre.

Nubi sulla riforma Gelmini

Dopo un incontro fra il ministro della Pubblica Istruzione Gelmini e i rappresentanti sindacali del mondo scolastico, pare proprio che la rivoluzione fortemente voluta dal ministro e altrettanto fortemente contestata dalle sue controparti avrà un rallentamento e qualche modifica.

Sebbene il ministro precisi con chiarezza che per le scuole elementari il precedente modulo dei tre insegnanti per due classi “è morto e sepolto”, il progressivo instaurarsi del maestro unico, o per meglio dire “prevalente”, sembra subire qualche contraccolpo.

Agevolazioni per il rientro dei “cervelli”

Già da molti anni si discute senza troppo costrutto della fuga dei nostri migliori cervelli all’estero. La discussione è stata portata anche in parlamento dalla Ministro Gelimini. Mentre in Italia continuano ad arrivare immigrati per lo più con qualifiche ridotte, molti dei nostri scienziati, ingegneri e medici preferiscono scegliere la strada dell’America o del Nord Europa, con un grave danno facilmente immaginabile per il nostro sviluppo.

Scarsi fondi per la nostra ricerca, e ancor più scarsi stipendi previsti per dottorandi e ricercatori, sono il motivo principale di questo esodo, di cui i Paesi diretti concorrenti dell’Italia si avvantaggiano a nostre spese.

Riforma dell’università: il decreto Gelmini passa anche al Senato

Il ministro dell’istruzione Gelmini, che vediamo nella foto, ha proposto il decreto legge sulla riforma dell’università anche al senato ed è stato approvato senza l’intervento favorevole di Partito Democratico, Italia dei Valori e UDC. Tra i punti della riforma ritroviamo alcune spunti interessanti che potrebbero migliorare la situazione dell’insegnamento.

Si da infatti maggiore importanza alla meritocrazia attuando una serie di nuove regole di accesso ai concorsi per regolamentare la docenza e la ricerca universitaria. Sono presenti quindi nuove norme anti baronaggio e aiuti ed incentivi per richiamare la famigerata fuga di cervelli verso l’estero che da ormai più un secolo penalizza la ricerca italiana con conseguente perdita di importanti brevetti.

Riforma dell’università: seconda parte

Per raggiungere gli obiettivi dichiarati, il ministro dell’Istruzione ha identificato numerosi piani d’azione da porre in essere. Essi saranno oggetto di approfondimento al momento del varo del disegno di legge governativo sul riassetto dell’intero sistema, ma qualche primo assaggio lo ritroviamo anche nel decreto-legge già emanato la settimana scorsa.

Per prima cosa, si dovrà provvedere a razionalizzare e a ridurre drasticamente i corsi di studio e gli insegnamenti impartiti, con particolare severità verso quei corsi frequentati magari da poche decine di studenti in tutta Italia.

Per motivi analoghi di contenimento e razionalizzazione delle spese, nonché di lotta alla dispersione degli studenti (in specie quelli del primo e secondo anno), si dovrà provvedere al più presto a chiudere o ad accorpare quelle numerosi sedi universitarie decentrate e sparse nel territorio, anch’esse spesso frequentate da una popolazione studentesca molto ridotta rispetto ai costi relativi.

Riforma dell’università: prima parte

È probabilmente l’effetto delle persistenti proteste e manifestazioni nelle scuole di ogni angolo d’Italia, ma il ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, sembra aver imboccato la strada della massima cautela nell’approntare e presentare il suo piano ad ampio respiro di riforma del sistema universitario.

Per questi motivi, il ministro ha varato un decreto-legge molto snello, composto di pochi articoli dedicati ad alcune questioni di una certa urgenza, riservandosi di approfondire le strategie di maggior peso in un disegno di legge da predisporre con attenzione, e dichiarando di tenersi pronta a dialogare con l’opposizione al fine di apportare eventuali miglioramenti.

La Gelmini, tuttavia, non sembra disposta a cercare il dialogo a tutti i costi: il suo appello si rivolge infatti solo alle “forze riformiste che pensano che non si possa esclusivamente difendere lo status quo”. Il ministro lancia dunque un appello al dialogo, poiché ci sarebbe il tempo necessario per approntare “una riforma condivisa”.