Molestie tramite chat online

Arriva dal Tribunale di Grosseto una sentenza che potrebbe rappresentare un importante precedente. Una donna che inviava messaggi tramite chat online alla cognata dell’amante, usando frasi offensive e dettagli intimi, è stata assolta.

La donna ovviamente usava uno pseudonimo, ed era riuscita a trovare la moglie dell’amante e la cognata sul sito, ma è stata assolta perchè gli indirizzi IP del computer non possono essere controllati senza il decreto del pubblico ministero, come accade per le conversazioni telefoniche.

Con il Procedimento Penale dunque, il Tribunale ha assolto la donna, anche se le motivazioni non sono ancora state rese note.

Stalking: solo il 17% dei molestati denuncia

Fonomeno sempre in crescita quello dello stalking, il complesso fenomeno psichico che porta lo “Stalker” a molestare con crudele insistenza la vittima.
Molestie che possono anche essere solo telefonate insistenti a qualsiasi ora del giorno o semplici sms le cui vittime possono essere donne e uomini indistintamente.

Dal 23 febbraio, come abbiamo già avuto modo di parlare, il disegno legge del 18 giugno 2008 è stato convertito in decreto legge.

Gli stalker rischiano cosi pene molto severe, si parla infatti di 4/6 mesi di reclusione.

Stalking, verso l’inasprimento delle pene

Il verbo inglese “to stalk” (molestare) era poco conosciuto dai non-anglofoni fino a pochi anni fa. Oggi, invece, la parola “stalking” è di uso comune, a indicare il diffuso e inquietante fenomeno delle molestie, pedinamenti, minacce rivolte ad altre persone per motivi sentimentali o di gelosia.

Le vittime dello stalking sono quasi sempre donne (ma anche molti uomini) tormentati dall’ex-fidanzato che non si rassegna o dallo spasimante respinto che non intende demordere.