Monti e Bersani sulla grande coalizione

A tre giorni dal voto l’argomento che desta maggiore interesse è già il dopo voto. Significa che i giochi sono fatti, anche se il silenzio Agcom complica l’interpretazione (leggi: Gli ultimi sondaggi elettorali prima del silenzio Agcom). Sono i giorni in cui tutti i leader candidati appaiono certi del proprio successo e sbandierano i propri numeri e le proprie consapevolezze: ma non si sa se per convincimento reale o per portare dalla propria parte l’elettorato indeciso.

Confronto in tv: Berlusconi, Bersani, Monti e?

Prove di confronto tv tra i candidati alle elezioni del 24 e 25 febbraio. Siamo a una settimana del voto a questo punto e gli attacchi frontali e la logica del tutti contro tutti è quella che determina i modi e i tempi dell’agenda politica italiana. Una logica fatta sì di attacchi, ma anche di improvvise aperture, possibili alleanze e soprattutto fatta di doppi giochi. Come, del resto, accade da sempre all’avvicinarsi di una scadenza tanto importante.

Monti al Quirinale?

Una nuova posizione è quella che sta assumendo Mario Monti all’interno dell’arco parlamentare italiano. Un arco parlamentare in fieri a dire il vero a meno di dieci giorni dall’aperture dei seggi elettorali. Si tratta ad ogni modo di una presa di posizione del premier dimissionario che gioca a carte scoperte facendo trapelare la notizia della propria candidatura al Quirinale.

Tutti contro Grillo

La campagna elettorale trova un singolare fronte comune di cui occuparsi. Nella giornata di ieri, infatti, quei candidati che da più parti sono impegnati ormai da giorni a gettarsi fango reciprocamente addosso e nel mettere paletti invalicabili per stroncare sul nascere ogni possibile idea di alleanza precedenti o successive al voto, erano quasi tutti d’accordo. Quasi tutti animati dal medesimo intento di attaccare e di screditare quanto più possibile dinanzi all’elettorato indeciso l’operato di Beppe Grillo.

Monti: rischio Maroni in Lombardia

Ieri pomeriggio è cominciata la nuova, e ultima, fase della campagna elettorale di Mario Monti, La svolta Monti. Il premier dimissionario ha incontrato i giovani al teatro Parenti di Milano nel primo pomeriggio strappando applausi alla propria platea. Il professore non ha alzato più di tanto i toni della propaganda a meno di due settimane dall’apertura dei seggi elettorali, ma piuttosto ha preferito ribadire i concetti chiave del suo modus operandi.

La svolta Monti

A due settimane dall’apertura dei seggi elettorali comincia l’ultima fase della campagna elettorale. Ma è soprattutto il premier dimissionario Mario Monti a lanciare una nuova sfida agli alleati, agli avversari e, forse, soprattutto, a se stesso. Gli uomini vicini al professore caricano il discorso di oggi pomeriggio al teatro Parenti di Milano di un valore simbolico presentandolo come l’apertura della nuova fase della politica di Monti: la fase della svolta.

Lo scontro Bersani – Monti

Nuovo colpo di scena nella campagna elettorale italiana. Ormai siamo a due settimane dall’apertura dei seggi elettorali, siamo entrati nel periodo in cui i risultati dei sondaggi non vengono più resi pubblici e, in un modo o nell’altro, siamo nella fase più dura della campagna elettorale. Quella delle dichiarazioni ad effetto e dei colpi di scena: pare che, infatti, L’alleanza Monti – Bersani sia durata poco più di 48 ore.

Lo scontro Vendola – Monti

Nuove manovre all’interno del centrosinistra. A meno di veni di giorni dall’apertura delle urne, quando la campagna elettorale e i leader s’impegnano in prima persona per iniziare a tirare la volata, all’interno del fronte di centrosinistra si aprono crepe sempre maggiori. Niente di ufficiale, o meglio, niente di ufficialmente sancito – rottura di alleanza, patti con avversari etc etc – ma i segnali di una convivenza difficile, già prima dell’ipotetica salita al governo, ci sono tutti.

L’alleanza Monti – Bersani

 

Un percorso di costante avvicinamento tra Bersani e Monti si sta palesando ogni giorno di più. L’accelerazione nella giornata di ieri, quando il leader del Pd in visita a Berlino ha gettato l’amo e il premier dimissionario Mario Monti ha risposto presente dalla sua platea di Pordenone. Non si può parlare di un’alleanza formalmente sancita né men che mai di andare alle urne l’uno al fianco dell’altro: ma è corretto individuare il germe di una solida intesa nell’immediato post voto.

La restituzione dell’Imu agli italiani

 Fuochi d’artificio nella giornata di ieri a Milano. Berlusconi avvia l’operazione choc della sua campagna elettorale, fatta di strategia elettorale e mosse poco ortodosse (leggi: L’effetto Balotelli in campagna elettorale), mettendo sempre  se stesso di fronte alla platea e accentrando ogni dibattito sulla propria figura e le proprie idee. Significa che ieri è cominciata la fase più forte della campagna elettorale – del resto siamo a 3 settimane dal voto – e che per i prossimi venti giorni la contesa elettorale sarà una battaglia senza esclusione di colpi.

L’intesa Monti – Merkel in campagna elettorale

Nuovo spot elettorale della cancelliera tedesca Angela Merkel a favore del premier dimissionario Mario Monti. Poche parole, ben ponderate, con cui la Merkel elogia pubblicamente l’operato di Monti e, al contempo, sottolinea la difficoltà del cammino intrapreso dal professore. Difficoltà che, dicono i maligni, sono sottolineate programmaticamente dalla Merkel allo scopo di caldeggiare la continuazione dell’impegno di Monti e quindi, in altre parole, la sua stessa elezione a fine febbraio.

L’effetto Balotelli in campagna elettorale

Una faccia nuova nella campagna elettorale italiana ha fatto irruzione ieri pomeriggio alla Malpensa. E si è mossa ieri sera per Milano sotto l’ala protettrice di Silvio Berlusconi, protagonista assente della nuova mossa, nonché regista occulto che prova a risalire la china dei sondaggi con una mossa scaltra e, secondo alcuni, fruttifera. Stiamo parlando della faccia ben nota di Mario Balotelli che rientra in Italia pagato 20 milioni di euro da Silvio Berlusconi.