
Pierluigi Bersani smentisce possibili elezioni anticipate

La tessera gli è stata consegnata dal circolo del PD “Martin Luther King” e adesso anche Beppe Grillo può presentarsi alle primarie di ottobre per diventare segretario generale del PD.
Il PD ha voluto importare dagli Stati Uniti la metodologia delle primarie, ha voluto importare il motto e il nome dall’America e adesso dovrebbe mantenere questa voglia di innovazione permettendo a chiunque di candidarsi in maniera democratica.
Quando il PD doveva fare opposizione non riusciva ad avere un’unico ideale comune se non quello di andare contro a Berlusconi quasi come uno scontro di principio. Un partito che ha come unico obiettivo quello di buttar giù un solo personaggio non può avere delle basi solide per costruire e andare avanti.
Ora però Bersani sembra rimpiangere quella scelta. “La volta scorsa ho fatto una grandissima cavolata a non candidarmi”, ha affermato il politico emiliano.
In realtà, il congresso democratico è previsto per il prossimo ottobre, con le elezioni europee e amministrative di mezzo.
In un’intervista a “E-Polis”, il professore si toglie alcuni sassolini dalla scarpa, a danno soprattutto dei vertici del suo stesso partito.
Parisi contesta al suo segretario soprattutto la confusione sulla strada da seguire e la politica delle alleanze attuata da Veltroni, ma nel mirino c’è anche la recente decisione dello stesso Veltroni di sciogliere l’Assemblea Costituente del PD (i cui membri furono eletti circa un anno fa con le famose primarie) e di avocarne i poteri a favore di un ristretto organo interno composto da persone scelte direttamente dal segretario.
Intervistato da “E-Polis”, Occhetto analizza impietosamente la vicenda della commissione di vigilanza RAI: “siamo alla miseria della politica”.
Occhetto appare critico nei confronti della leadership di Veltroni e del suo rapporto (“insincero”) con Antonio Di Pietro, sempre sull’orlo di una rottura che però non avviene mai, ma non risparmia stoccate nemmeno verso lo storico avversario di entrambi, Massimo D’Alema, che a suo dire si sarebbe ritagliato il ruolo “non edificante” di restare nell’ombra pronto a “sfruttare le difficoltà del leader di turno”.