Franceschini ribatte al premier

Si è appena conclusa la tregiorni a Roma che ha sancito l’avvio del nuovo partito “Il Popolo Della Libertà” che ospiterà sia gli esponenti della vecchia Alleanza Nazionale, sia i vecchi esponenti del partito creato da Berlusconi nel 1994 Forza Italia.

Durante il lungo congresso hanno potuto partecipare diversi esponenti del governo che hanno avuto modo di espletare le proprie idee per il futuro come il cambio della seconda parte della costituzione.

Dall’opposizione sono arrivati solamente commenti negativi, dal presidente dell’Italia dei Valori al presidente dell’UDC Casini che vede il discorso di Berlusconi identico a quello di 15 anni fa fino ad arrivare a Franceschini, capogruppo del PD, che vede nelle parole di Silvio Berlusconi tanta retorica vecchia di cui il paese è stanco di sentire.

Sussidio e lotta all’evasione: la cura di Franceschini del PD

Appena eletto segretario di partito Franceschini propone alcuni accorgimenti da attuare per fronteggiare la crisi che sta colpendo il mondo e quindi anche l’Italia.

Franceschini afferma che è giunto il momento di concedere dei sussidi a tutti i lavoratori che perdono il posto di lavoro e i soldi per ammortizzare questa spesa secondo il neo segretario del PD vanno presi attraverso la lotta all’evasione fiscale.

18 mesi di insuccessi per Veltroni

Dopo la sconfitta del PD in Sardegna il segretario Walter Veltroni ha preferito scegliere la via delle dimissioni per sottolineare la propria resa alla creazione del primo partito democratico italiano. Veltroni spiega, durante un comizio, come il PD sia riuscito a rimanere unito solamente grazie all’idea comune di essere contro Berlusconi.

Quando il PD doveva fare opposizione non riusciva ad avere un’unico ideale comune se non quello di andare contro a Berlusconi quasi come uno scontro di principio. Un partito che ha come unico obiettivo quello di buttar giù un solo personaggio non può avere delle basi solide per costruire e andare avanti.

Leadership PD, Bersani si fa avanti

Dopo una breve fase di tregua, si riapre il dibattito interno al Partito Democratico sulla leadership. A riavviare il discorso ha provveduto l’ex ministro Pierluigi Bersani, che si è dichiarato pronto a concorrere per la carica di segretario.
Bersani era accreditato fra i papabili anche in occasione delle primarie dell’autunno 2007, ma la scelta degli ex DS di puntare sull’allora sindaco di Roma Veltroni spinse Bersani e altri pezzi da novanta a fare un passo indietro.

Ora però Bersani sembra rimpiangere quella scelta. “La volta scorsa ho fatto una grandissima cavolata a non candidarmi”, ha affermato il politico emiliano.
In realtà, il congresso democratico è previsto per il prossimo ottobre, con le elezioni europee e amministrative di mezzo.

Rutelli: Veltroni deve sfruttare l’occasione della crisi

Francesco Rutelli, leader della Margherita, intervistato da Francesco Verderami del Corriere, afferma di vedere il PD abbastanza impotente non in grado di sfruttare le molte occasioni che il governo gli sta proponendo.

Per la prima volta, dopo le elezioni, l’alleanza di governo capitanata da Silvio Berlusconi risulta essere in apparente difficoltà causata da alcuni battibecchi tra il leader della Lega Nord Umberto Bossi e PDL e da incomprensioni interne al Partito della Libertà.

Il PdL sbanca nel gradimento locale

Risultati quasi bulgari per parecchi amministratori locali del centrodestra, che dominano le classifiche del gradimento presso l’elettorato quasi ovunque, soprattutto in Sicilia.

Osservando infatti i risultati per i governatori regionali, al primo posto si colloca una new-entry, il siciliano Raffaele Lombardo (67% di gradimenti), che scalza dal primato il lombardo Roberto Formigoni (66%). A seguire il veneto Giancarlo Galan (58%), mentre il primo presidente regionale di centrosinistra, l’umbra Maria Rita Lorenzetti, è solo quarto al 56%.

Ultimo posto per il campano Antonio Bassolino, con solo il 39%, che fa rimpiangere il 62% che deteneva il giorno delle elezioni.

PD a rischio scissione

In questi giorni non sono tranquilli, i sonni di Walter Veltroni.
Assediato da tutte le parti, il segretario del Partito Democratico si sforza di richiamare collaboratori e dissidenti a unirsi verso l’obiettivo delle elezioni politiche e amministrative di giugno, appuntamento elettorale di importanza cruciale per il partito e per la stessa leadership di Veltroni. L’ex sindaco di Roma ha inviato il suo braccio destro Dario Franceschini a interloquire con tutte le mille anime del partito per ricomporre le fratture e appianare le tensioni.

Ma la cosa appare tutt’altro che facile: inchieste giudiziarie in tutta Italia, “capibastone” locali (per usare i termini dello stesso Veltroni) sul piede di guerra, sedi regionali commissariate ovunque, persino poco eleganti diatribe sui vecchi fondi di DS e Margherita.

Parisi spara a zero

Storico braccio destro di Romano Prodi, Arturo Parisi è fin dagli albori del Partito Democratico il più implacabile critico del segretario Walter Veltroni e della linea politica condotta dal PD.

In un’intervista a “E-Polis”, il professore si toglie alcuni sassolini dalla scarpa, a danno soprattutto dei vertici del suo stesso partito.

Parisi contesta al suo segretario soprattutto la confusione sulla strada da seguire e la politica delle alleanze attuata da Veltroni, ma nel mirino c’è anche la recente decisione dello stesso Veltroni di sciogliere l’Assemblea Costituente del PD (i cui membri furono eletti circa un anno fa con le famose primarie) e di avocarne i poteri a favore di un ristretto organo interno composto da persone scelte direttamente dal segretario.

Follini propone la sua ricetta al PD

Ex-vicepresidente del Consiglio all’epoca del Berlusconi-bis ed ex segretario dell’UDC, lasciata ormai da tempo per la crescente opposizione alle politiche economiche e sociali del Cavaliere, Marco Follini è oggi uno degli esponenti di punta del Partito Democratico, di cui è senatore e responsabile per la comunicazione.

Fra i più convinti sostenitori dell’idea di Veltroni di sganciare il PD dalla sinistra radicale, Follini da tempo risulta essere uno degli esponenti democratici che più lavora per un’alleanza duratura con l’Unione di Centro alternativa al centrodestra.

Achille Occhetto ritorna tra noi

Se n’erano perse le tracce da parecchio, ma da dietro le quinte della politica è tornato a farsi sentire Achille Occhetto, ultimo segretario del Partito Comunista Italiano e ideatore di quella storica svolta della Bolognina che, nel giro di sedici anni, avrebbe portato fra alterne vicende alla costituzione del Partito Democratico.

Intervistato da “E-Polis”, Occhetto analizza impietosamente la vicenda della commissione di vigilanza RAI: “siamo alla miseria della politica”.

Occhetto appare critico nei confronti della leadership di Veltroni e del suo rapporto (“insincero”) con Antonio Di Pietro, sempre sull’orlo di una rottura che però non avviene mai, ma non risparmia stoccate nemmeno verso lo storico avversario di entrambi, Massimo D’Alema, che a suo dire si sarebbe ritagliato il ruolo “non edificante” di restare nell’ombra pronto a “sfruttare le difficoltà del leader di turno”.

Berlusconi durissimo col PD e la televisione

È un Silvio Berlusconi che sembra davvero aver perso la pazienza, quello che sulle pagine del “Corriere della Sera” lancia strali in parecchie direzioni. Colto da un giornalista in un momento di pausa durante la visita del presidente brasiliano Lula (“un vero amico”, l’ha definito Berlusconi), il Cavaliere si lascia andare a brevi commenti su diverse questioni, tutti caratterizzati da una durezza che non sembra lasciare spazio a ripensamenti.

Dopo aver minimizzato sulla vittoria di Lorenzo Dellai in Trentino (“Nessuna sorpresa”), il capo del Governo assesta diversi colpi ai danni del Partito Democratico. “Vanno contro gli interessi del Paese”, sostiene Berlusconi citando soprattutto il caso Alitalia, e alla replica del cronista che ricorda che la CGIL ha firmato la piattaforma contrattuale proposta dalla CAI, il premier replica che i piloti ribelli sarebbero comunque sobillati dalla sinistra.

Berlusconi non perdona ai suoi avversari “l’aver diffuso notizie false sulla scuola e sull’università”, e anche l’essere continuamente “trattato come un bandito, come uno della mafia”.