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Aiuti per piccole imprese
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Anche in quella occasione, il premier, non ha tenuto nascosto il fatto di preferire un decreto legge al posto del ddl poichè, afferma, il consenso per questa proposta, in base ai sondaggi, è molto alto e supera il 50% delle famiglie.
Il bonus elettricità arriva per fronteggiare o, per lo meno, ammortizzare la dura crisi economica attuale che sta colpendo mezzo mondo.
Da questo dato si evince che a seguito di un fallimento vi è la forte probabilità di licenziamenti che producono inevitabilmente un danno alle casse dello stato che, come sappiamo, elargisce i cosiddetti ammortizzatori sociali.
Il discorso però vale solo per le abitazioni non di lusso e purché i mutui siano stati stipulati entro il 31 ottobre scorso. Occorre inoltre che al momento della firma del contratto il tasso non fosse superiore al 4%, e dunque che l’incremento si sia verificato solamente in seguito.
La stima del ministero, infatti, ammonta a circa un milione e trecentomila famiglie di potenziali beneficiari, contro le circa quattrocentomila richieste che erano state esaudite fino al 31 dicembre.
Sarà emanato un decreto interministeriale che spieghi nel concreto in cosa consista questa misura e quali saranno i benefici per le famiglie.
E mentre la prima misura aveva una finalità sostanzialmente dilatoria, questa seconda presenta invece risultati ben più pratici: in nessun caso il tasso d’interesse a carico del mutuatario può superare il 4%.
L’aliquota agevolata fu decisa nel 1995 all’epoca del governo Dini, con la dichiarata intenzione di favorire la diffusione nel nostro Paese della nuova tecnologia di comunicazione, già ben diffusa in altri Paesi. Telepiù e Stream muovevano allora i primi passi e la maggioranza di centrosinistra ritenne utile aiutarle a rafforzarsi proprio con l’applicazione di una tassazione agevolata.
Tredici anni dopo, l’attuale Governo ritiene che non vi siano più particolari motivi per mantenere quest’agevolazione, e si appresta a riportare l’aliquota al livello ordinario.