
Gli stipendi più alti d’Europa

L’uscita, così drastica e perentoria, non solo non è piaciuta ai cittadini, consapevoli della durezza dei tempi che li attendono, bensì nemmeno agli analisti che ravvisano come nelle parole del ministro vi sia, se non una vera e propria manifestazione di ipocrisia, una certa mancanza di onestà intellettuale e finanziaria.
Evidentemente, come commenta ironico L’Espresso, a Renata Polverini e ai propri uomini, quanto mai uniti nel prendere l’assurda decisione di cui sopra, non devono essere arrivate le voci di default economico che hanno interessato, fin troppo da vicino, l’Italia, l’Europa, l’Eurozona.
Lo fanno, naturalmente, anche le istituzioni italiane, cercando di fotografare l’andamento della cosa pubblica negli ultimi 12 mesi o, nel caso in cui l’analisi sia di carattere macroeconomico, degli ultimi anni.
Aveva altresì stabilito, naturalmente, l’istituzione di una specifica commissione, guidata dal presidente dell’ISTAT Enrico Giovannini che stabilisse a quanto avrebbe dovuto ammontare la nuova indennità parlamentare italiana dopo attenta revisione delle indennità parlamentari europee.
Si precisava, però, come il governo avrebbe potuto emanare un provvedimento d’urgenza per l’adeguamento delle indennità qualora il lavoro della succitata commissione di revisione si sarebbe protratto oltre il 31 dicembre 2011.
Recentemente, per esempio, è stato affermato, sia dal Governo che dai vertici dell’ANAS, che tale intrico burocratico, tale contorta macchina mangiasoldi, tale storica problematica tutta italica, sarebbe stata completata entro il 2013.
Come vi sarete accorti, leggendo abitualmente il nostro blog, veniamo, oseremmo dire quotidianamente, a conoscenza degli sperperi, decisamente inutili, perpetrati da questo o da quel ministro, da questa o da quella istituzione, da questa o quella realtà pubblica.
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