La condanna di Berlusconi

Da più di 48 ore si parla in quasi tutti le sedi che è possibile immaginare della condanna a Berlusconi nell’ambito del processo Mediaset. E tutti hanno la propria idea a riguarda, chi per opinione personale, chi per mandato di partito, chi per partigianeria o chi per simpatia o antipatia del tutto personali hanno detto la propria in merito alla condanna dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ebbene, a questo punto, il nostro obiettivo è dolo quello di fornire una dose di chiarezza in più alla congerie di informazioni che la rete sta producendo a tal riguardo. E, per le nostre esigenze di sintesi e di chiarezza, saremmo quanto più scarni possibile.

Legittimo impedimento respinto il ricorso di Berlusconi

 Respinto il ricorso per il legittimo impedimento avanzato da Silvio Berlusconi per evitare di partecipare del processo mediaset fissata il primo marzo 2010. All’epoca dei fatti Silvio Berlusconi era Presidente del Consiglio ma allo stesso modo la Corte Costituzionale ha respinto il conflitto di attribuzione tra poteri a cui si appellava la difesa dell’ex premier nei confronti del tribunale di Milano dove era in corso il procedimento penale che ha condannato Berlusconi in primo grado e in appello a 4 anni di reclusione (3 coperti da indulto) e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, giudizio che nei prossimi mesi sarà discusso in cassazione. Con questo no al legittimo impedimento salta il piano della difesa di Berlusconi che puntava tutto ad allungare i tempi del processo per farlo giungere così alla prescrizione.

Il legittimo impedimento al processo Mediaset

Si avvicinano nuove e pesantissime scadenze per l’ex presidente del Consiglio e attuale leader del Popolo della Libertà e della coalizione di centrodestra Silvio Berlusconi. Non si tratta questa volta di scadenze elettorali, di sostenere in modo diretto un qualche suo candidato di centrodestra né tanto meno delle chiacchiere sul presidenzialismo. Questa volta si tratta di due appuntamenti in tribunale che, forse, mai come prima, potrebbero dare un indirizzo molto forte al prosieguo della vita politica di Berlusconi e quindi, per forza di cose, anche del nostro Paese.

Il Pdl ripropone la legge anti-intercettazioni

Si preannunciano momenti di tensione in seno al nuovo governo di ampia coalizione del presidente del Consiglio Enrico Letta tenuto insieme dal sostegno del Partito Democratico e del Popolo della Libertà in primo luogo e poi, in misura minore, da altri differenti partiti. Fatto sta che i primi attriti tra esponenti dei due schieramenti opposti all’interno della medesima formazione di governo già ci sono stati in embrione. E, potremmo dire che ci sono stati ancor prima della formazione stessa del governo ovvero già prima della formazione della lista completa dei ministri, dei sottosegretari, dei viceministri e dei presidenti di commissione.

Epifani contro Berlusconi

Il governo Letta è già ai minimi storici delle relazioni interne tra differenti fazioni. O, in questo caso, è più corretto parlare di relazioni interne tra differenti partiti data l’eterogenea composizione del governo di unità nazionale o di ampia coalizione che dir si voglia che è presieduto dal neo presidente del Consiglio Enrico Letta (leggi: Governo Letta in ritiro: stop ministri in tv). Ovviamente quando si pensa a contrasti interni tutti immaginiamo ipotetici attriti tra i due principali partiti che offrono il proprio sostegno e che tengono insieme il governo Letta, vale a dire tutti pensiamo a frizioni tra Partito Democratico e Popolo della Libertà. E non sbagliamo.

Pdl in piazza contro i giudici di Milano

Giornata piena quella di ieri per l’ex presidente del Consiglio Silvo Berlusconi sul versante delle sue ventennali vicende giudiziarie. Tra mille processi, condanne, assoluzioni, primi e secondi gradi, ricorsi, pronunce ad hoc e passate in giudicato, ieri la Corte d’Appella di Milano ha scritto un’altra pagina. Nella fattispecie è arrivata la condanna in secondo grado per Silvio Berlusconi nel processo Mediaset: il reato è quello di frode fiscale, la pena richiesta quattro anni di reclusione.

Berlusconi condannato nuovamente in appello

Berlusconi Condannato in Appello. I giudici della seconda sezione della Corte d’Appello di Milano confermano la condanna a Silvio Berlusconi per frode fiscale nell’ambito del processo sui diritti tv per le reti Mediaset. Quindi l’ex-premier Berlusconi condannato nuovamente, come del resto era già accaduto a fine del primo grado di giudizio, a 4 anni di reclusione e l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici e 3 anni dagli uffici direttivi. Ormai a Berlusconi non resta che il ricorso in Cassazione e per evitare il carcere il voto contrario della giunta autorizzazioni del Senato.

(leggi anche: IL PROCESSO MEDIASET CONTINUA)

Il processo Mediaset continua

Nuova puntata nell’ambito delle ventennali vicende giudiziarie dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. L’attuale leader del Popolo della Libertà e della coalizione di centrodestra che ha guidato con successo alle ultime elezioni politiche del 24 e del 25 febbraio stamattina ha vissuto un’altra mattinata di cronaca giudiziaria. Data la lunga serie di procedimenti pendenti in capo a Silvio Berlusconi tra condanne e assoluzioni, tra primo, secondo grado o passate in giudicato, occorre sempre la massima chiarezza: stamattina era la volta del processo Mediaset.