Il richiamo di Napolitano

Ieri sera è arrivato un nuovo messaggio del nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A conti fatti si tratta di un messaggio abbastanza asciutto e che non si presta né alla logica della dietrologia né ad un esercizio di interpretazioni molto spinto o sofisticato perché, una volta ancora, il Capo dello Stato ha espresso il suo pensiero senza troppe lungaggini né giri di parole. Ha espulso il politichese di rito dal proprio eloquio e si è indirizzato verso un registro molto diretto e facile comprensione e veloce attecchimento. Del resto si tratta della prima volta che Napolitano prende la parola in seguito alla conferma della condanna in Cassazione per l’ex premier Silvio Berlusconi (leggi anche: La condanna di Berlusconi).

La commissione per le riforme costituzionali

Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha nominato la commissione per le riforme costituzionali e i suoi 35 componenti. Lo ha fatto tramite un decreto ad hoc nell’ambito del quale verrà nominato anche un comitato per la redazione del rapporto finale in merito al lavoro della commissione per le riforme costituzionali stessa. I 35 componenti della commissione pronta ad insediarsi verranno ricevuti tutti insieme nel pomeriggio di domani al Quirinale dove li accoglieranno il Capo dello Stato Giorgio Napolitano e il presidente del consiglio Enrico Letta (leggi: Il cronoprogramma di Napolitano).

Il cronoprogramma di Napolitano

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha compilato l’agenda di governo, o meglio, ha dato una tempistica in merito al limite massimo entro il quale approntare le riforme per le quali è stato creato quasi ad hoc l’attuale governo di unità nazionale del presidente del Consiglio Enrico Letta. Il limite temporale è fissato per 18 mesi, quindi un anno e mezzo dal suo insediamento e, nell’ottica del Capo dello Stato, si tratta di un lasso di tempo necessario a portare a casa le riforme istituzionali necessarie per il riassetto e la ripartenza del nostro Paese.

Grillo contro Letta e Napolitano

Di nuovo Beppe Grillo alla ribalta. Il leader del Movimento a cinque Stelle, nelle ultimissime settimane, sta monopolizzando una volta ancora le edizioni di telegiornali e dei principali quotidiani nazionali e non per i suoi attacchi. I destinatari sono abbastanza facili da individuare perché, con una battuta semi seria, potremmo dire che i destinatari degli strali di Beppe Grillo sono tutti. E quando si parla di tutti si fa riferimento in modo pressocchè univoco e indistinto all’intera classe politica del nostro Paese.

I dati Istat sulla disoccupazione in Italia

Il problema della disoccupazione all’interno del nostro Paese è di portata enorme. In effetti se ne fa un gran parlare, come è giusto che sia: si tratta di uno di quegli argomenti che rimane sempre presente, semmai anche solo sotto traccia, all’interno dell’agenda politica del nostro Paese e che poi, in modo ciclico, si ripresenta in modo prepotente in contemporanea con una qualche esternazione o con la pubblicazione dei dati dell’Istat. E, per quanto ci riguarda, oggi ne parliamo proprio in concomitanza con la pubblicazione dei dati Istat sulla disoccupazione in Italia nel primo trimestre del 2013.

Napolitano sulla disoccupazione giovanile

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, fresco da qualche settimana di nuovo mandato, ha come sempre a cuore le questioni più vicine alla popolazione del nostro Paese. E, ovviamente, in maniera quasi intuibile, il suo richiamo alle forze politiche in generale in questi giorni si è fatto chiaro e pressante per quanto riguarda la questione del lavoro e la lotta alla disoccupazione. Il presidente Napolitano ha infatti lanciato un appello generico ma non per questo privo di destinatari volto a richiamare l’attenzione in merito alla piaga sociale rappresentata dalla disoccupazione.

Prodi non rinnova la tessera del PD

Romano Prodi non rinnova la sua tessera del Pd. La notizia non è stata ancora confermata ma, qualora si accertasse al cento per cento la veridicità della scelta, allora sarebbe una scelta assolutamente pregna di significati quella di Prodi. Basti pensare a quanto Romano Prodi ha fatto per il Partito Democratico, per l’Ulivo guardando ancora più indietro e, fuori dalla logica di partito o di schieramento, quanto inevitabilmente ha rappresentato la sua figura per il nostro Paese al di qua e al di là dei nostri confini nazionali.

Il Quirinale taglia le feste: salvo il 2 giugno

Siamo in un periodo di crisi economica, ci siamo da tanto da tempo e continuiamo a pagarne le spese e, per una volta, non sono i cittadini o i contribuenti a dover fare delle rinunce importanti (leggi: La produzione industriale in Italia). Perché, questa volta, sono le forze dell’ordine a veder tagliata la loro tradizionale festa del 2 giugno che, senza dubbio ci sarà, ma verrà celebrata in modo assai più sobrio e, quindi, a conti fatti, in modo assai più economico, sempre il 2 giugno in concomitanza con la festa della repubblica. Le ultime decisioni in merito sono arrivate ieri e sono nella direzione di un deciso taglio alle spese.

Spari a Palazzo Chigi

Un pazzo spara contro i carabinieri fuori Palazzo Chigi. Ne ferisce due e poi viene catturato. Negli stessi minuti era in corso il giuramento dei neo ministri del governo Letta. Insomma, una domenica che ha mostrato un film molto diverso da quello che tutti si aspettavano di vedere e volevano vedere. Dopo circa due mesi dalle elezioni del 24 e del 25 febbraio, finalmente, il presidente del Consiglio Enrico Letta aveva sciolto la riserva e stamattina tutti aspettavano il rito ufficiale del giuramento (leggi: Le reazioni alla lista dei ministri).

M5S contro il governo Letta

Tra poco il nostro Paese avrà un nuovo governo. Un nuovo governo di cui ricorderemo in primo luogo la gestazione lunga, laboriosa e piena di colpi di scena: un governo in cui il primo incarico lo aveva dato un Presidente della Repubblica in pieno semestre bianco, anzi agli sgoccioli del proprio mandato, che ha visto il leader del Partito Democratico che aveva ricevuto l’incarico rassegnare le proprie dimissioni e che dovrebbe prendere le mosse nella giornata di oggi. Finalmente, potremmo dire, dato che sono passati ormai più di due mesi dalle elezioni del 24 e del 25 febbraio.

Le consultazioni di Napolitano

Nuovo Presidente della Repubblica e nuovo giro di consultazioni al via. Come dire che nell’ultimo mese non è cambiato nulla perché l’inquilino di Palazzo del Quirinale è di nuovo il già Capo dello Stato Giorgio Napolitano e perché il Presidente ha ripreso le sue attività da dove, più o meno, le aveva lasciate qualche settimana fa (leggi: Le condizioni di Napolitano). A dire il vero Giorgio Napolitano aveva già avviato, e non una sola volta, le consultazioni post elezioni eppure non si era arrivati a nulla di concreto.

Le condizioni di Napolitano

Le elezioni del Presidente della Repubblica sono state avvolte da più polemiche, contrasti e confusione del solito. Ne deriva che, probabilmente, molti di noi hanno fatto più attenzione ai numeri, al raggiungimento del quorum, alle logiche di partito che hanno offerto il proprio sostegno o lo hanno rifiutato piuttosto che alle poche e pesantissime parole di Giorgio Napolitano nel momento in cui ha comunicato di aver accettato la sua rielezione. Il nuovo presidente della Repubblica ha parlato di termini e di condizioni che gli hanno consentito di accettare il secondo mandato.