La pubblicazione dell’agenda del ministro per l’integrazione Cecile Kyenge da parte del “La Padania”, in una rubrica chiamata “Qui Kyenge”, è solo l’ultimo atto di una battaglia che va avanti da mesi. La lotta della Lega al ministro è iniziata dal giorno dopo della sua nomina, segno che dalle parti del carroccio di integrazione proprio non ne vogliono sentire parlare.
La pubblicazione dell’agenda è un invito ai seguaci a contestare il ministro in ogni dove. Se Borghezio a “La Zanzara” parla di “scelta salviniana” e di “iniziatica futurista”, e il direttore de “La Padania” Lussardi a “Linea Notte” su Raitre di normale attività giornalistica, proponendo anche un improbabile “Qui Zanonato”, sembra che Lega non voglia assumersi la sua responsabilità.
Certo, la Kyenge non può chiedere al parlamento di fare uscire un deputato eletto come Buonanno, autore di proteste eclatanti fino a pitturarsi la faccia di nero.
La Lega afferma che non si tratta di razzismo e manifesta tutta la sua vulnerabilità rispetto alla possibile abolizione del reato di immigrazione clandestina. Non è il fatto che la Kyenge è nera si dice, ma le sue politiche, l’integrazione, l’accoglienza. Queste sono le cose che non si accettano. Si può parlare di xenofobia?
Sembra che la Lega voglia tornare al passato, alle lotte folkloristiche che gli hanno portato tanto successo. I tempi però sono cambiati, Salvini non ha il carisma di Bossi e Maroni si è abituato al potere. In mezzo ci sono anni di governo e pochi risultati, altro che secessione, nemmeno il federalismo. E poi la Lega si è macchiata di alcuni abusi tipici della classe politica, quelli che criticava, come lo sperpero del denaro pubblico dei rimborsi elettorali. Sembra che non rimane altro che la battaglia contro la Kyenge da contestare in ogni occasione.