Sulle strade del Piemonte viaggiano le scorie nucleari per la Francia

Il Fatto Quotidiano ha condotto un’inchiesta molto interessante sul viaggio che compiono le scorie nucleari, dalla provincia di Vercelli a La Hague in Normandia e di cui i cittadini italiani non ne sanno nulla.
Nel 2006 è stato siglato un accordo tra l’Italia e le Francia, entrato poi in vigore a gennaio del 2007, in cui si parla del trattamento di 235 tonnellate di combustibile nucleare italiano, che corrisponde agli scarti che sono stati accumulati in Italia nel periodo dell’energia nucleare che è terminata con il referendum del 1987 dopo che gli italiani hanno voluto la chiusura degli impianti.
Gli scarti però dovranno rientrare nel nostro paese entro e non oltre il 31 dicembre del 2025 e la Società gestione impianti nucleari,la Sogin, si sta già attrezzando, con l’autorizzazione di una gara d’appalto per la costruzione di un sito che funga da deposito per le scorie radioattive nella zona di Saluggia (da dove sono partite, in poche parole).

Anche la Francia dice no al nucleare

Sembra incredibile, ma adesso anche la vicina Francia sta ritrattando sull’energia nucleare a fronte del disastro di Fukushima dell’11 marzo scorso.
Nel paese che sembrava essere il baluardo del nucleare, dove l’energia prodotta con la fusione dell’atomo è un affare irrinunciabile, sembra che qualcosa si stia muovendo in favore di energie più pulite.
Dopo lo stop della Germania al nucleare, ora sembra la volta della Francia in quanto i socialisti (che sempre si sono schierati a favore delle centrali) stanno finalmente cambiando la posizione in merito.

La Corte Costituzionale dà l’ok al referendum sul nucleare

Ormai a pochi giorni dal referendum del 12 e 13 giugno in cui i cittadini italiani sono chiamati alle urne per esprimere il loro parere sul legittimo impedimento, sulla privatizzazione dell’acqua e sull’energia nucleare, si continua a parlare di quest’ultimo quesito referendario.
Infatti con una decisione unanime la Corte Costituzionale ha deciso che il quesito referendario relativo alla localizzazione di siti per la costruzione di nuovi impianti nucleari, che è stato rivisto dalla corte di Cassazione qualche giorno fa, è ammissibile e valido.

Orari referendum 12-13 Giugno 2011

Manca poco al voto referendario che porterà alle urne milioni di italiani chiamati a scegliere se abrograre o meno quattro quesiti molto importanti che riguardano la privatizzazione di alcuni enti locali, il nucleare, la privatizzazione dell’acqua ed il legittimo impedimento.

In un primo momento era stata modificata una legge con lo scopo di rendere inutile il referendum sul nucleare, ma grazie ad una sentenza della cassazione il referendum si farà.

Il referendum sul nucleare si farà

Oggi la Cassazione che doveva decidere sul Decreto Omnibus, sul quale il Governo ha dato il voto di fiducia, ha stabilito che le modifiche apportate dal governo alle norme sull’energia nucleare non precludono lo svolgimento del referendum.
Quindi il referendum sul nucleare si farà, assieme a quello sul legittimo impedimento e sulla privatizzazione dell’acqua.
Appena si è appresa la notizia, i Verdi e gli esponenti dell’Italia dei Valori che si trovavano in piazza, di fronte alla sede della Cassazione, hanno festeggiato e brindato con lo spumante.

Decreto Omnibus domani la decisione della Cassazione

Il 26 maggio scorso il Governo ha dato il voto di fiducia al decreto Omnibus e ciò ha vanificato il referendum sul nucleare perchè il Governo così facendo avrebbe procrastinato la moratoria per un lungo periodo.
Infatti lo scorso 31 marzo il governo aveva posto la fiducia sul decreto Omnibus stabilendo così un ritorno alle centrali nucleari dopo lo stop di un anno, ed il decreto è diventato legge quando il presidente della Repubblica lo ha firmato.

Referendum nucleare

Dato che oggi si sta votando alla Camera la fiducia al decreto omnibus, è giusto fare un passo indietro e spiegare bene che cos’è il referendum sul nucleare.
Dopo aver spiegato approfonditamente i quesiti referendari sulla privatizzazione dell’acqua e sul legittimo impedimento, oggi spieghiamo in cosa consiste il referendum sul nucleare.
La questione del nucleare è stata proposta in ambito economico, ossia con lo scopo di favorire lo sviluppo economico dell’Italia, mediante l’introduzione di un nuovo tipo di energia.
Il referendum si propone di realizzare sul territorio nazionale impianti per la produzione di energia nucleare e l’utilizzo si impianti di terza generazione.

Decreto omnibus al voto in queste ore

Da pochi minuti si stanno svolgendo alla Camera, le dichiarazioni di voto, mentre il voto di fiducia sul provvedimento è previsto a partire dalle 15,10 e potrebbe invalidare il referendum sul nucleare che si terrà i prossimi 12 e 13 giugno.
Pierluigi Bersani poche ore fa ha parlato di “scippo alla democrazia” perchè, ha detto, che è stata tolta la possibilità ai cittadini italiani di poter decidere liberamente sul nucleare.
La decisione però di procedere con il voto di fiducia, spiega il ministro dei rapporti con il Parlamento, Elio Vito, è dovuta ai tempi di scadenza del decreto che sono imminenti (infatti scadranno il 30 maggio) e quindi se si raggiungerà la maggioranza di voto il referendum sul nucleare sarà nullo.

Referendum acqua a rischio

Il ministro dello Sviluppo Paolo Romani ha espresso diverse perplessità sul referendum sull’acqua di giugno.

Come spiegato dal ministro, anche in questo caso, così come nel caso del nucleare, il referendum divide in due. Tuttavia è un tema di grande importanza…

Nucleare retromarcia del governo

Il governo ha fatto dietrofront sul nucleare, bloccando di fatto il programma di realizzazione delle centrali e inserendo nella nella moratoria già prevista nel decreto legge Omnibus l’abrogazione di tutte le leggi previste per la realizzazione di centrali nucleari in Italia.

Questa decisione dovrebbe portare all’annullamento del referendum sul nucleare previsto per il prossimo 12-13 giugno.

Energia nucleare: moratoria di un anno

Il ministro Romani ha confermato ufficialmente che oggi al Consiglio dei Ministri sarà fatta una dichiarazione di moratoria per un anno per quanto riguarda le decisioni e l’attivazione della ricerca dei siti per le centrali nucleari.

Gianfranco Fini ha definito questa una scelta saggia e opportuna. La commissione Attività produttive del Senato voterà il parere sul decreto legislativo sull’individuazione dei siti per i nuovi impianti nucleari.