Expo 2015: Sala commissario unico

Il dado sull’Expo 2015 è tratto. Nel senso che il primo atto ufficiale è stato compiuto in queste ore, per la precisione questa mattina a Milano. Ad onor del vero non si è trattato del primissimo atto ufficiale per quanto riguarda l’Expo 2015, ma, senza dubbio, si è trattato sia del primo atto ufficiale in materia del nuovo governo Letta che dell’atto ufficiale dal punto di vista della nomina del commissario unico. Oggi, infatti, il nuovo presidente del Consiglio Enrico Letta ha nominato Giuseppe Sala commissario unico Expo 2015 (leggi: Il governo Letta al completo).

Le reazioni alla lista dei ministri

Il nostro Paese ha finalmente un nuovo governo. Nel pomeriggio di sabato il premier incaricato onorevole Enrico Letta ha avuto un ultimo e lungo colloquio chiarificatore con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: due ore e un quarto circa per sistemare gli ultimi aspetti di un esecutivo che, per forza di cose, rimarrà nella storia, se non altro per la travagliatissima gestazione che ha portato avanti. Fatto sta che, alla fine, Letta ha sciolto la riserva, è diventato Presidente del Consiglio a tutti gli effetti e ha comunicato la lista dei ministri (leggi: Tutti i ministri del nuovo governo Letta).

Il voto disgiunto in Lombardia

La questione sul voto in Lombardia diventa ogni giorno più ingarbugliata. Il voto si avvicina – siamo a questo punto a poco più di dieci giorni dall’apertura dei seggi elettorali – e, anche in concomitanza con il divieto di pubblicazione dei sondaggi (leggi: Gli ultimi sondaggi elettorali prima del silenzio Agcom), è l’incertezza a dominare la contesa politica in una Regione quale la Lombardia così importante nell’ambito del risultato elettorale al livello nazionale.

Monti: rischio Maroni in Lombardia

Ieri pomeriggio è cominciata la nuova, e ultima, fase della campagna elettorale di Mario Monti, La svolta Monti. Il premier dimissionario ha incontrato i giovani al teatro Parenti di Milano nel primo pomeriggio strappando applausi alla propria platea. Il professore non ha alzato più di tanto i toni della propaganda a meno di due settimane dall’apertura dei seggi elettorali, ma piuttosto ha preferito ribadire i concetti chiave del suo modus operandi.

La Lega Nord potrebbe non candidarsi alle elezioni 2013

Che ci crediate o no, voi tutti detrattori piuttosto che ammiratori del partito politico italiano più amato e odiato dell’intera Seconda Repubblica, la Lega Nord, per ammissione stessa del proprio stesso leader, ovverosia di quel Roberto Maroni che, volente o nolente, dopo le gravissime accuse ai datti della Famiglia Bossi, del cerchio magico, del tesoriere Belsito e del senatore Stiffoni, si sarebbe ritrovato tra le mani le redini di un movimento impazzito, liquefatto, incapace di riconoscere se stesso e le proprie origini e, proprio per questi motivi, virtualmente incontrollabile, potrebbe non presentarsi alle elezioni politiche della primavera del 2013.

L’orgoglio leghista e le scuse di Bossi

La disfatta, completa e totale, della Lega Nord sembrerebbe non essere stata avvertita, o per lo meno non essere stata pienamente avvertita in tutta la propria concretissima realtà, dai militanti più duri e puri del partito padano che, riunitisi in questi giorni a Bergamo, in occasione di quelle che sarebbero state immediatamente ribattezzate quali le “Giornate dell’Orgoglio Leghista”, si sarebbero schierati ora con uno (Umberto Bossi) ora con l’altro (Roberto Maroni) leader della Lega Nord ma mai, in nessun momento, contro i vertici del partito.

Fini vuole Maroni premier

Nel corso di un’intervista al quotidiano La Repubblica, analizzando la situazione politico-economica italiana bisognosa di un urgente rinnovamento, il Presidente della Camera ha dichiarato di voler vedere cadere l’attuale Governo Berlusconi in favore di un prossimo Governo Maroni, convinto che il titolare del Viminale sia l’unico uomo del centrodestra in grado di dare la spallata definitiva ad un progetto polito fallimentare che cerca di perpetrarsi (leggi: trascinarsi) oltre il 2013 grazie all’elezione di Angelino Alfano, attuale ministro di Grazia e Giustizia, quale coordinatore unico del PdL (Popolo della Libertà) e possibile candidato premier delle elezioni venture.

LE REAZIONI POLITICHE

Accordo Italia -Francia raggiunto

Dopo le dichiarazioni che la Francia ha rilasciato ieri, in merito alla situazione dei migranti, in cui ha detto che coloro i quali verranno pescati in flagrante con in mano il permesso di soggiorno temporaneo rilasciato dalle autorità italiane, in territorio francese, verranno riaccompagnati in Italia, le prospettive di un roseo dialogo tra le due nazioni risultava difficilmente auspicabile, ma sembra che le due parti abbiano trovato un accordo.
Oggi il ministro dell’Interno, Roberto Maroni ha infatti incontrato il suo alter ego francese Claude Gueant con il quale è giunto ad un accordo, per il quale sia la Francia che l’Italia dovranno pattugliare le coste della Tunisia, affinchè altri clandestini non entrino abusivamente nei due paesi.

Rischio infiltrazioni manifestazione Fiom

Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha lanciato un allarme riguardo alla manifestazione di domani organizzata dalla Fiom, prevedendo una possibile infiltrazione da parte di soggetti violenti che ne approfitteranno per compiere atti vandalici.

Il ministro non ha messo in dubbio che si tratterà di una manifestazione organizzata con intenzioni pacifiche, ha infatti precisato che a suo avviso la maggior parte delle persone deciderà di aderire all’iniziativa semplicemente limitandosi a seguire il corteo, allo stesso tempo è però certo che i gruppi di violenti non si faranno sfuggire questa occasione, nel momento giusto si distaccheranno dal corteo e inizieranno a distruggere vetrine di negozi e altro.

Roberto Maroni indagato per finanziamenti illeciti

Fonti giudiziarie hanno riferito che il ministro dell’Interno Roberto Maroni è indagato dalla Procura di Roma con l’accusa di aver sfruttato la sua posizione di parlamentare per ricevere finanziamenti illeciti da parte di un manager privato.

Le stesse fonti, inoltre, hanno precisato che il ministro ha respinto le accuse durante l’interrogatorio avvenuto nei giorni scorsi in procura ad opera del procuratore Capo Giovanni Ferrara e del procuratore aggiunto Alberto Caperna.

Elezioni anticipate ipotizzate da Maroni

Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, intervenuto nel corso della trasmissione Mattino 5, ha ribadito di essere certo che se non verrà riconfermata la maggioranza bisognerà andare al voto subito, ribadendo il suo ultimatum di tre settimane, un tempo a suo avviso sufficiente per verificare la tenuta della maggioranza in virtù di importanti scadenza, tra cui il rinnovo delle presidenze delle commissioni parlamentari.

Il ministro ha ribadito l’importanza di verificare ora la maggioranza e non tra sei o sette mesi, a suo avviso ciò è assolutamente indispensabile per tutto il sistema, a partire dai cittadini che devono poter capire se esiste o meno un governo di maggioranza.

Allarme terrorismo in Italia, parla Roberto Maroni

L’allarme terrorismo torna a farsi vivo. Ieri, infatti, gli Stati Uniti hanno parlato di possibili attentati in Europa da parte di al Qaeda e di altri gruppi terroristici che potrebbero agire nuovamente prendendo di mira i trasporti pubblici e altri luoghi costantemente affollati di varie città europee, tra cui figurano anche alcune città italiane.

I funzionari Usa hanno spiegato che il nuovo allarme non si basa su una rivelazione specifica ma su conclusioni tratte da una somma di informazioni, inoltre lo stesso allarme è stato lanciato anche dal governo britannico, che ha deciso di mettere in guardia i suoi cittadini diretti in visita in altri Stati europei, tra cui soprattutto Francia e Germania.