Scelta Civica scrive a Letta

 Scelta Civica alza la voce sul governo Letta. Non si tratta di un attacco frontale ma di un richiamo che il partito fondato poco più di un anno fa dall’allora candidato premier e futuro presidente del Consiglio e leader del governo tecnico Mario Monti ha deciso di esercitare nei confronti dell’attuale presidente del Consiglio Enrico Letta e di tutto il governo di unità nazionale che sta governando il nostro Paese. Alcuni esponenti di rilievo all’interno di Scelta Civica hanno percorso una strada già usata in altri casi da altri uomini politici italiani, vale a dire quella della lettera pubblica.

Monti a Letta: serve una verifica

 Scelta Civica in maniera compatta chiede una verifica sulla tenuta o meno della maggioranza. Monti e i suoi attraverso una lettera firmata dai capigruppo inviata al presidente Letta hanno esposto le motivazioni della loro richiesta che è espressione della volontà di Scelta Civica a richiamare il governo sui punti programmatici con i quali ha ottenuto la fiducia.

Le reazioni alla lista dei ministri

Il nostro Paese ha finalmente un nuovo governo. Nel pomeriggio di sabato il premier incaricato onorevole Enrico Letta ha avuto un ultimo e lungo colloquio chiarificatore con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: due ore e un quarto circa per sistemare gli ultimi aspetti di un esecutivo che, per forza di cose, rimarrà nella storia, se non altro per la travagliatissima gestazione che ha portato avanti. Fatto sta che, alla fine, Letta ha sciolto la riserva, è diventato Presidente del Consiglio a tutti gli effetti e ha comunicato la lista dei ministri (leggi: Tutti i ministri del nuovo governo Letta).

Napolitano bis: favorevoli e contrari

La rielezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica rappresenta una giornata di per sé storica. E’ curioso notare però come se da un lato è innegabile la portata storica rappresentata dalla prima rielezione di un Capo dello stato nel corso della storia repubblicana del nostro Paese, è altrettanto vero che, per molti, la giornata di ieri di storico non ha nulla, se non un disperato ritorno al passato per l’incapacità di cambiare. O perché il cambiamento proposto non è apparso così convincente come si sperava o, semplicemente, per la sconvenienza di cambiare.

Napolitano bis

Alla fine gli italiani si affideranno ancora una volta a Giorgio Napolitano. La notizia ha una rilevanza epocale: mai, infatti, nella nostra storia repubblicana, un Presidente della Repubblica ha compiuto due mandati. Forse neanche questa volta, nel caso di Napolitano, avremo un Presidente della Repubblica in grado di compiere due mandati dato che tra sette anni Giorgio Napolitano avrebbe quasi 96 anni. Fatto sta che il dado è stato tratto e per la prima volta avremo un Capo dello stato rieletto.

Prodi al Quirinale con i voti di PD e M5S

La partita per il Quirinale è ancora tutta da giocare. Forse non sarà ancora molto lunga ma lo strascico del tira e olla delle ultime ore rappresenterà per qualcuno un boccone molto amaro da mandar giù nei prossimi mesi. Il tira e molla cui stiamo facendo riferimento non è quello, assai più accettabile, che ha caratterizzato le ore precedenti all’inizio delle operazioni di voti con le candidature prima di Giuliano Amato (leggi: Amato in pole per il Quirinale) e poi di Franco Marini. Ci riferiamo piuttosto alle ultimissime evoluzioni.

Quirinale: intesa Monti – Bersani

Un nuovo fronte di trattativa si apre per quanto riguarda l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Del resto, siamo ormai agli sgoccioli per l’avvio delle procedure che decideranno chi sarà il nuovo inquilino di Palazzo del Quirinale ed è quindi intuibile che le trattative si fanno adesso più serrate. Nelle ultime settimane sono stati Berlusconi e Bersani, rispettivamente leader del Partito Democratico e del Popolo della Libertà, a tirare le fila del discorso, eppure, nella giornata di ieri, ha parlato Monti.

Intesa Berlusconi-Bersani per votare subito

Che la nuova legislatura sia nata già morta, o meglio, moribonda è opinione molto diffusa tra i commentatori di qualsiasi area politica. E che gli accadimenti di ogni giorno, sia prima che dopo l’inizio ufficiale della legislatura, siano successive testimonianze della debolezza delle nuove Aule è altrettanto evidente. Prova ne sia che da più parti sembra si tratti di una partita giocata a scacchi per sacrificare la legislatura numero diciassette e tornare alle urne quanto prima. Almeno sembra che queste siano le intenzioni degli acerrimi nemici, sempre più spesso negli ultimi giorni acerrimi alleati, Berlusconi e Bersani.

I sondaggi del Pd: pericolo Grillo

 

I sondaggi in queste settimane li fanno tutti. Più o meno pubblicamente, con il divieto di pubblicazione e con il divieto di dichiararne gli esiti, ma, in un modo o nell’altro, qualcosa sempre trapela. In effetti gli esiti dei sondaggi certe volte sfuggono obiettivamente di mano a chi li conduce, ma, tante altre volte, nella maggioranza delle occasioni a dire il vero, rappresentano un’arma politica a tutti gli effetti. E quella di far trapelare prima del voto i risultati dei sondaggi è una strategia a tutti gli effetti.

Monti e Bersani sulla grande coalizione

A tre giorni dal voto l’argomento che desta maggiore interesse è già il dopo voto. Significa che i giochi sono fatti, anche se il silenzio Agcom complica l’interpretazione (leggi: Gli ultimi sondaggi elettorali prima del silenzio Agcom). Sono i giorni in cui tutti i leader candidati appaiono certi del proprio successo e sbandierano i propri numeri e le proprie consapevolezze: ma non si sa se per convincimento reale o per portare dalla propria parte l’elettorato indeciso.

Monti contro il centrosinistra

I giorni che ci separano dall’apertura dei seggi elettorali sono sempre meno e il premier dimissionario Mario Monti cerca con sempre maggior forza di porsi come ago della bilancia. L’obiettivo del professore è continuare a cavalcare la sua trasversalità e spingere ancora sul fronte della sua diversità rispetto ai partiti politici classici. E Monti lo fa per due ragioni: in primis per sostenere un’idea cardine della propria campagna elettorale e, in secondo luogo, per non autoescludersi da nessuna possibile alleanza nel dopo voto.

Confronto in tv: Berlusconi, Bersani, Monti e?

Prove di confronto tv tra i candidati alle elezioni del 24 e 25 febbraio. Siamo a una settimana del voto a questo punto e gli attacchi frontali e la logica del tutti contro tutti è quella che determina i modi e i tempi dell’agenda politica italiana. Una logica fatta sì di attacchi, ma anche di improvvise aperture, possibili alleanze e soprattutto fatta di doppi giochi. Come, del resto, accade da sempre all’avvicinarsi di una scadenza tanto importante.