La riforma della giustizia si farà anche senza la sinistra

Sono queste le parole pronunciate dal premier Silvio Berlusconi intervenuto telefonicamente durante la manifestazione Neveazzurra a Roccaraso comune in provincia dell’Aquila.

Il presidente del consiglio ha affermato che nel nostro paese è doveroso intraprendere una riforma della giustizia e il governo ha i numeri in parlamento per procedere autonomamente senza l’ausilio dell’opposizione anche se, a detta di Berlusconi, il paese avrebbe bisogno di unione in questa fase di legislatura.

Intesa profonda fra la Lega e Berlusconi

L’alleanza fra la Lega Nord e il Popolo della Libertà è oggi più salda che mai. A spiegarlo in un’intervista è il capogruppo leghista alla Camera dei Deputati, Roberto Cota, che commenta con sobrio entusiasmo l’anno d’oro della Lega Nord, che al cambio d’anno appare forte come forse non è mai stata.

Il premier, spiega Cota, ha ormai accettato che nell’agenda parlamentare il federalismo fiscale è al primo posto. Esiste d’altronde un testo ormai pronto, su cui anche l’opposizione ha mostrato punti di convergenza.

Sulla giustizia, invece, c’è ancora da discutere. La Lega, in particolare, sembra accettare le idee di fondo di Berlusconi ma ha qualche perplessità in merito alle intercettazioni.

La settimana corta è in agenda

Dopo il primo, vago accenno da parte di Silvio Berlusconi durante la conferenza-stampa di fine anno, è ora il ministro del Welfare Maurizio Sacconi a prendere seriamente in mano l’ipotesi dell’introduzione della settimana corta, come già in Germania sta facendo il governo Merkel.

In sostanza, essa costituirebbe un’alternativa alle tradizionali metodologie di applicazione della cassa integrazione. Normalmente, infatti, l’impresa in crisi che accede a tale agevolazione mantiene sul posto di lavoro solo una parte dei lavoratori mentre la parte restante, che rimane a casa, gode per il periodo considerato del trattamento di integrazione salariale, pari ad una percentuale del normale stipendio, che a seconda dei casi è a carico del datore di lavoro oppure dello Stato.

Si lavora all’alternativa al lodo Alfano

Entro pochi mesi la Corte Costituzionale si esprimerà sulla legittimità del cosiddetto “lodo Alfano”, la norma che sospende i processi nei confronti delle principali cariche dello Stato.

Molti collaboratori del Presidente del Consiglio sono infatti convinti che tale legge rischia di andare contro il principio di uguaglianza dettato dalla Carta fondamentale della Repubblica, e la bocciatura del lodo Alfano segnerebbe la ripresa a Milano del cosiddetto “processo Mills” e di quello sui diritti televisivi, entrambi a carico di Silvio Berlusconi e interrotti nei mesi scorsi. Senza contare, inoltre, il rischio dell’abrogazione in seguito al referendum promosso da Antonio Di Pietro.

Le riforme di Berlusconi

Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi per mantenere salda l’alleanza con Umberto Bossi e la Lega Nord mette in primo piano la riforma per il federalismo fiscale. Negli ultimi giorni il dibattito sulle riforme è stato sempre molto acceso, dapprima con la riforma della scuola, poi con quella dell’università, per arrivare fino a quella della giustizia.

Il federalismo fiscale sembra andare nella direzione giusta, ma ancora la situazione non appare molto chiara e nei prossimi mesi il governo di centro destra dovrà illustrare agli italiani il disegno di legge da approvare in parlamento. Parlamento che però non appare molto in sintonia, ma per garantire delle riforme è utile che tutti i gruppi parlamentari siano in stretta sintonia.

Poco entusiasmo per il presidenzialismo

Il ritorno di fiamma di Silvio Berlusconi verso il presidenzialismo, annunciato nel corso della conferenza-stampa di fine anno, non ha suscitato eccessivo entusiasmo nel mondo politico, nemmeno da parte dei suoi principali alleati.

Se Bossi arriva a dire: “noi non abbiamo mai pensato al presidenzialismo”, Calderoli ribadisce che “l’unico –ismo che conosco è il federalismo”.

Emerge dunque il timore leghista che il progetto di una profonda modifica dell’assetto istituzionale del Paese potrebbe allontanare il traguardo della riforma federalista, data per imminente.

Berlusconi fra atti compiuti e progetti futuri (seconda parte)

Il Presidente del Consiglio ha quindi rivendicato alcuni successi dell’azione di Governo di questi primi mesi, come i rifiuti in Campania e la questione dell’Alitalia (per la quale ha ricordato di aver ostacolato l’acquisto da parte di Air France, che avrebbe portato i turisti “a visitare i castelli della Loira anziché le nostre città d’arte”).

Il premier ha ribadito l’intenzione di avviare i lunghi lavori che porteranno al ritorno dell’energia nucleare (“ma se non si comincia non si arriva mai”) e ha informato che il Governo sta valutando la proposta tedesca di ridurre la settimana lavorativa a quattro giorni, con riduzione di orario e di stipendio, per favorire l’occupazione.

Berlusconi fra atti compiuti e progetti futuri

Nella tradizionale conferenza-stampa di fine anno a Villa Madama, il Presidente del Consiglio ha tracciato un bilancio di questo primo anno di Governo e ha elencato i principali propositi che intende portare a termine nel prossimo futuro.

Silvio Berlusconi ha dapprima parlato a braccio per circa quarantacinque minuti toccando i vari punti dell’azione politica del centrodestra, per poi rispondere alle numerose domande provenienti ai giornalisti presenti in sala, cui ha promesso un interessamento per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro, scaduto da ben quattro anni.

Veltroni a tutto campo

In occasione di un incontro pubblico al teatro Strehler di Milano per sostenere la ricandidatura a presidente della provincia di Filippo Penati, il segretario del Partito Democratico Walter Veltroni ha attaccato su diversi punti l’operato dell’esecutivo di fronte alla difficile crisi che sta vivendo oggi la nostra economia.

L’ex-sindaco di Roma giudica Silvio Berlusconi “inadeguato” a governare questo Paese: mentre infatti si sta abbattendo sull’Italia una profonda crisi “che cambierà la vita di centinaia di migliaia di italiani”, il premier ha preferito “ricevere a Palazzo Chigi le gemelle dell’Isola dei Famosi”, quasi come se fosse “un appuntamento istituzionale inderogabile”.

La Lega teme per il federalismo

L’accelerazione promessa da Silvio Berlusconi sul tema della giustizia non ha ottenuto l’entusiasmo della sponda leghista in Parlamento, soprattutto per la chiusura ad ogni forma di dialogo con l’opposizione su cui il Presidente del Consiglio è stato categorico.

Il partito guidato da Umberto Bossi sta lavorando alacremente da mesi per giungere ad un accordo il più ampio possibile sulla riforma federalista dell’assetto dello Stato, con particolare attenzione al federalismo fiscale.

Le reazioni all’intervento del premier

L’intervento a tutto campo di Silvio Berlusconi in occasione della presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa non ha lasciato indifferente il mondo politico.

La maggioranza ha sostenuto in maniera compatta la posizione del premier. Solo il reggente di Alleanza Nazionale Ignazio La Russa si è dichiarato poco propenso a riaccogliere l’UDC fra le file del centrodestra: “Dico sì ma a patto che la smetta di fare la politica dei due forni alleandosi una volta con noi e l’altra con la sinistra”.

Agevolazioni fiscali e bonus-bebè

In principio era il bonus-bebè: il regalo di 1.000 euro che fu erogato alle famiglie italiane nel 2005 per ogni nuovo nato.

Si trattava di una delle misure più apprezzate trasversalmente dai cittadini fra tutte quelle adottate in cinque anni di governo del centrodestra, giacché costituiva un aiuto rilevante alle famiglie che si trovavano a dover sostenere le spese per il nuovo arrivato.