Sindacati a Roma, lavoro è democrazia

La manifestazione del sindacato oggi a Roma è stata senza ombra di dubbio una delle più importanti degli ultimi anni. Il suo stesso grado si importanza può essere rilevato in base ad una lunga serie di parametri eterogenei: da un lato potremmo parlare dell’importanza che la manifestazione può avere all’interno del sindacato stesso e dall’altro potremmo riflettere sulla rilevanza che l’organizzazione del sindacato può produrre sulla classe politica del nostro Paese in un momento economicamente e socialmente così particolare. Del resto si tratta della prima volta insieme a Roma sullo stesso palco dei tre principali sindacati italiani – Ggil, Cisl, Uil – da oltre 10 anni.

Manifestazione dei sindacati uniti per il Lavoro

 La manifestazione sindacale di oggi a Roma ha visto sfilare tantissime bandiere di Cigl, Cisl e Uil. Le tre sigle dopo dieci anni ritrovano l’unità intorno al tema del Lavoro. Nella Capitale sono arrivati con qualsiasi mezzo possibile più di 100 mila persone che si sono raccolte in piazza della Repubblica e in piazzale dei Partigiani per percorrere due tragitti distinti e incontrarsi a piazza di Porta San Giovanni  dove era allestito il palco per gli interventi finali. Il tempo è scaduto, la fase degli annunci è finita, queste  le frasi che in sintesi sottolineavano la volontà dei sindacati a porre l’attenzione sull’emegenza lavoro.

Le reazioni alla lista dei ministri

Il nostro Paese ha finalmente un nuovo governo. Nel pomeriggio di sabato il premier incaricato onorevole Enrico Letta ha avuto un ultimo e lungo colloquio chiarificatore con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: due ore e un quarto circa per sistemare gli ultimi aspetti di un esecutivo che, per forza di cose, rimarrà nella storia, se non altro per la travagliatissima gestazione che ha portato avanti. Fatto sta che, alla fine, Letta ha sciolto la riserva, è diventato Presidente del Consiglio a tutti gli effetti e ha comunicato la lista dei ministri (leggi: Tutti i ministri del nuovo governo Letta).