E' necessaria la creazione di una sorta di catasto delle reti alternative in fibra ottica realizzate da Comuni, Provincie e Regioni italiane.
Secondo il professore è necessaria la creazione di una sorta di catasto delle reti alternative in fibra ottica realizzate da Comuni, Provincie e Regioni italiane.
In questo modo, come conferma anche Edoardo Segantini del Corriere della Sera, si eviteranno la duplicazione e le interferenze con infrastrutture già esistenti e, di conseguenza, uno spreco di investimenti e di risorse.
Quello che emerge dalla ricerca ISBUL è al nord che si concentrano i più grandi operatori, che sono Lepida in Emilia Romagna, Mercurio in Friuli, Trentino Network e Brennerocom in Trentino Alto Adige.
Come afferma Segantini la gran parte delle reti realizzate sono di trasporto e questo rappresenta un problema, perchè sono pochissime le reti di accesso che raggiungono le case degli utenti.
Il docente, per estendere la fibra ottica, suggerisce di utilizzare le infrastrutture metro delle Utilities come illuminazione, gas, energia, fogne e teleriscaldamento.
Vincenzo Novari, AD di 3 Italia, ha parlato addirittura di dibattito ghettizzato e relegato alle riviste di settore, mentre prendono spazio sulle prime pagine dei giornali problemi come lo stretto di Messina, che influenzerà il paese cento volte meno della rete in fibra.